Revocati i domiciliari all'ex direttrice di Reggio Calabria
Revocati gli arresti domiciliari all'ex direttrice delle carceri di Reggio Calabria, Maria Carmela Longo, arrestata il 25 agosto scorso con l'accusa di concorso esterno con la ' ndrangheta. Il gip di Reggio Calabria, Domenico Armaleo, ha accolto l'istanza presentata dal legale di fiducia, avvocato Giacomo Iaria del Foro di Reggio, della quale aveva espresso parere favorevole anche l'Ufficio della Procura rappresentato dai due sostituti procuratori della Dda Stefano Musolino e Sabrina Fornaro. Al posto dei domiciliari, il gip ha disposto nei confronti della dottoressa Longo la misura della sospensione dalle funzioni per 12 mesi.
La Longo, che fino al giorno dell'ordinanza che l'ha colpita ha guidato la sezione femminile del carcere di Rebibbia a Roma, com'è detto è accusata di aver favorito boss e luogotenenti dei clan reggini detenuti quando dirigeva il carcere di Reggio Calabria. Il gip nell'ordinanza aveva sottolineato: "L'indagata Longo non ha lesinato durante il periodo della sua reggenza di intrattenere rapporti quanto mai inopportuni con i parenti di alcuni detenuti, per non dire che ella con il suo inqualificabile comportamento ha sistematicamente violato le norme dell'ordinamento penitenziario così agevolando, ed alleggerendo, il periodo di detenzione dei maggiori esponenti della 'ndrangheta cittadina e non solo".
Lei stessa ha respinto fermamente tutte le accuse e lo ha fatto per ben cinque ore di interrogatorio di garanzia davanti agli inquirenti rispondendo punto per punto. Ricordiamo le parole del suo legale a Il Dubbio: "Verissimo che non ha rispettato alla lettera la normativa o l'ultima circolare che arriva, ma ritenere che questo si sia verificato con l'intento di favorire qualcuno ci passa il mondo". L'avvocato Iaria ha spiegato che la Longo ha per tantissimi anni diretto il penitenziario reggino (dal 2016 si è aggiunto un secondo, quello di Arghillà) senza mai aver ricevuto lamentele da parte dei provveditorati e dal Dap. Non solo. L'avvocato ha sottolineato che i vertici del Dap oltre ad apprendere le modalità della Longo, addirittura hanno approvato questo suo modus operandi. L'ex direttrice ha ricevuto così tanti apprezzamenti per la sua gestione, tanto che a fine anno del 2018, le è stato inizialmente anche offerto un posto come vicecapo del Dap.
Gli arresti di Maria Carmela Longo, d'altronde, hanno colpito come un macigno chiunque la conoscesse e l'avesse vista lavorare. Susanna Marietti di Antigone ha infatti ricordato come l'ex direttrice, in continuità ideale con l'ottima gestione della direzione precedente, ha in questi anni "mandato avanti il carcere femminile di Rebibbia con intelligenza, efficienza, apertura, rispetto che chi in carcere lavora e per chi vi è detenuta". Anche Rita Bernardini del Partito Radicale che ha visitato il penitenziario diretto a lungo da Maria Carmela Longo ricorda la differenza con alcuni istituti della stessa regione. L'esponente radicale sottolinea come invece di puntare il dito contro quei direttori che non rispettano alla lettera la circolare, bisognerebbe monitorare quelli che non rispettano la Costituzione.
Molto spesso le circolari non possono essere uniformi per tutte la carceri. Ogni realtà è a sé e soprattutto non si può avere una visione punitiva delle carceri, perché quello sì che sarebbe contro la costituzione e quindi, di fatto, illegale. Non di rado, anzi è quasi la norma, diversi istituti penitenziari non danno seguito alle ordinane dei magistrati di sorveglianza, ed accade quando quest'ultimi accolgono le istanze presentate da chi è al 41bis.
Se c'è una decisione di segno negativo, quella viene eseguita immediatamente, al contrario, quando raramente i reclami vengono accolti, arrivano delle resistenze e i reclusi sono costretti a fare richiesta di ottemperanza. Resta il problema, per quanto riguarda la vicenda della Longo, è che questi tipi di inchieste potrebbero diventare una spada di Damocle per tutti quei direttori che credono in un carcere dove si assicurino prospettive di reinserimento sociale in accordo con i principi costituzionali.
Fonte: di Damiano Aliprandi - Il Dubbio