IL LAVORATORE CON RAFFREDDORE DEVE STARE A CASA SENZA VISITA FISCALE?

16.08.2020

Riprendono le visite fiscali post Covid ma con più attenzione a raffreddore, febbre e sintomi del coronavirus

Alcuni attendono una seconda ondata, in ogni caso, per il momento, il peggio della pandemia Covid sembra essere passato. Dal 10 agosto sono riprese gradualmente anche le visite fiscali. Ma ci sono alcune novità che tengono conto ancora del rischio di contagio da coronavirus. Ecco perché fanno eccezione lavoratori che accusano sintomi ricollegabili al covid: tra questi febbre e raffreddore.

Visite fiscali: riprendono ma non ovunque

Come sopra accennato, la ripresa delle visite fiscali, sospese a marzo, è ripresa ufficialmente il 10 agosto. Non ovunque con gli stessi tempi però: solo nelle prossime settimane la situazione tenderà ad omogenizzarsi in tutta Italia. Sebbene faranno ancora eccezione i focolai e le zone rosse. Questa riattivazione su più tempi non è l'unica novità: vediamo più da vicino la nuova procedura per le visite fiscali.

Prima di tutto l'Inps analizza i certificati medici: questo passaggio serve ad individuare dalle diagnosi possibili rischi di contagio da Covid 19. Se, ad esempio, il lavoratore a casa in malattia lamenta raffreddore o febbre, non si potrà escludere che sia positivo al COVID-19. Anche a telefono o via citofono, il medico Inps potrà fare domande di routine dettate dal cd triage per accertarsi che non vi sia rischio contagio. Va da sé, comunque, che questo non può essere escluso del tutto. Ecco perché durante la visita fiscale vanno indossati guanti e mascherina, sia dal medico che dal lavoratore.

Riprendono le visite fiscali post Covid: ecco le fasce orarie da rispettare

Restano immutate le fasce orarie da rispettare per le visite fiscali sia per i dipendenti del settore pubblico che privato:

  • i lavoratori privati dovranno essere reperibili nelle fasce 10-12 e 17-19;
  • i lavoratori pubblici rischiano la visita fiscale nelle fasce 9-13 e 15-18.

Malattia estate 2020: quando riprenderanno le visite fiscali di controllo?Quando riprenderanno le visite fiscali post Covid-19? Che cosa cambierà nella procedura? Chi è esonerato?di Alessandra De Angelis, pubblicato il 29 Giugno 2020 alle ore 08:06

Chi si mette in malattia qualche giorno durante l'estate 2020 può ricevere la visita fiscale del medico Inps? Resta l'obbligo di reperibilità nelle fasce orarie in base al tipo di lavoro?

Visite fiscali sospese per il rischio contagio: quando torneranno operativi i medici Inps?

Il primo comunicato di sospensione delle visite fiscali per il contenimento del contatti risale all'8 marzo scorso ma, in un primo momento, riguardava solo le zone rosse. Due giorni dopo, con un aggiornamento, l'Inps ha disposto la sospensione delle visite fiscali in tutta Italia. Il provvedimento, si legge nel comunicato Hermes numero 1061 del 10 marzo 2020, ha validità fino a data da destinarsi. E la data di scadenza (e di ripresa delle visite di controllo a domicilio) non è ancora stata comunicata.

Difficile, al momento, ipotizzare che succederà in estate. Di fatto, quindi, chi si assenta da lavoro non riceve la visita fiscale, né direttamente dall'Inps né su richiesta del datore di lavoro.

Ad ogni modo la sospensione delle visite fiscali non esonera dall'obbligo di rispettare le fasce orarie di reperibilità.

Al momento in cui riprenderanno, probabilmente, per un primo periodo almeno si tornerà alle regole di prevenzione fissate prima del lockdown e della sospensione.

Regole anti contagio per la visita fiscale

Prima della sospensione l'Inps aveva previsto:

  • analisi della patologia descritta a distanza (telefonicamente o via citofono);
  • per pazienti negativi al Covid-19 visita fiscale a domicilio ma con alcune regole di prevenzione fissate dal Ministero della Salute per ridurre al minimo il contatto;
  • per pazienti positivi al Covid-19 il medico non è tenuto ad effettuare l'accesso in casa.

Tutti i certificati di malattia dei lavoratori del settore privato per diagnosi che rimandano alle misure precauzionali dell'attuale emergenza (come può essere, ad esempio, il codice nosologico "V29.0" che indica la quarantena obbligatoria o volontaria, isolamento volontario, sorveglianza attiva, etc.

) saranno contrassegnati come procedura gestionale CDM con "anomalia A - generica" e il medico dovrà apporre la dicitura "in fase di verifica" nello spazio compilabile. I pazienti per i quali è emesso questo certificato sono esonerati dalla visita medica (codice "E").

Ricordiamo che, indipendentemente dalla visita fiscale, le fasce orarie di reperibilità restano invariate.

Nel settore privato sono:

  • mattina: ore 10.00 - 12.00;
  • pomeriggio: 17.00 - 19.00.

Per quanto riguarda i lavoratori del settore pubblico vanno rispettate le seguenti fasce:

  • mattina: ore 09.00 - 13.00;
  • pomeriggio: 15.00 - 18.00.

Visite fiscali ai tempi del coronavirus, le regole dell'InpsCome si svolgono le visite fiscali in tempi di quarantena e quali sono i soggetti esonerati dall'accertamento del medico. Le indicazioni dell'Inps.di Mirco Galbusera, pubblicato il 11 Marzo 2020 alle ore 15:00

Non cambiano le regole per le visite fiscali in tempo di quarantena. I medici accertatori dell'Inps continueranno ad effettuare i controlli sulla base delle indicazioni ricevute dai pazienti e dai medici di famiglia per quanto riguarda il domicilio e la prognosi.

Sicché la visita medica di controllo domiciliare (VMCD) o visita fiscale rimane soggetta alle stesse regole previste per la malattia, anche se si è in quarantena. La comunicazione inviata dal paziente per coronavirus non esula in alcun modo il lavoratore a casa in malattia di restare a disposizione del medico fiscale che dovrà accertare la diagnosi.

Visite fiscali per coronavirus

L'Inps ha tuttavia fornito alcune indicazioni ai medici per preservarsi dall'eventuale contagio da coronavirus. Al momento del sopralluogo al domicilio del lavoratore malato, il medico effettuerà dapprima un riscontro della patologia a distanza, cioè mediante citofono o al telefono. Dopo di che, se la patologia accertata non è quella da COVID-19, il medico potrà accedere al domicilio per effettuare la visita e il riscontro della prognosi, comunicando altresì quando il lavoratore potrà rientrare al lavoro. Qualora si trattasse di stato di quarantena, il medico non è tenuto ad accedere all'appartamento onde evitare il contagio e si limiterà ad effettuare un riscontro dei dati diagnostici e di prognosi già in suo possesso. Così come previsto dalla circolare interna Inps n 716 del 25 febbraio scorso. Questo perché non è detto che inizialmente la malattia comunicata al Inps sia quella da COVID-19 e che il soggetto non sia in quarantena. Nel dubbio, quindi, il medico non effettuerà l'accesso.

Fasce orarie visita fiscale

Per i casi che non sono quelli previsti dalla quarantena, le fasce orarie in cui il lavoratore dipendente privato deve rendersi reperibile sono dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19, mentre per il dipendente pubblico sono dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18.

Una differenza che è stata spesso contestata e che riserva un trattamento diverso da lavoratore a lavoratore a parità di malattia o infermità temporanea. Questo perché il legislatore, ricevendo continue pressioni esterne, è intervenuto più incisivamente laddove si pensava vi fosse maggiore "danno" per le casse dello Stato. Pertanto si sta discutendo in Parlamento di ripristinare già dal 2020 le fasce orarie di reperibilità del dipendente pubblico in malattia come erano una volta, cioè parificate a quelle del lavoratore privato basato su 4 ore giornaliere. Una riforma che al momento appare tortuosa ma che potrebbe portare comunque a una rimodulazione delle fasce orarie per lavoratori pubblici e privati diminuendo le ore per i primi e aumentandole per i secondi.

Esonero visita fiscale e giustificazioni assenza

Non tutti i lavoratori sono obbligati a rispettare le fasce orarie di reperibilità. Per legge sono esonerate le seguenti categorie di dipendenti:

  • lavoratori con patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
  • lavoratori con patologie per le quali sia stata riconosciuta la causa di servizio (questo riconoscimento può aver luogo solo per alcune categorie di dipendenti pubblici);
  • lavoratori con malattie collegate alla situazione di invalidità riconosciuta, pari o superiore al 67%.

Per il resto è obbligatorio restare a disposizione di eventuale accertamento a campione predisposto dall'Inps o dal datore di lavoro, salvo particolari eccezioni. Una di queste è il caso di forza maggiore o urgenza collegata alla malattia o problemi di salute. Recarsi al pronto soccorso o presso l'ambulatorio medico, ad esempio, è giustificabile, così come recarsi in farmacia per l'acquisto di un farmaco urgente, purchè queste azioni possano essere provate o certificate. In ogni caso, qualora sia possibile, è dovere del dipendente avvisare in tempo utile il datore di lavoro o l'Inps qualora ci si allontanasse dal domicilio per i motivi urgenti e indifferibili.

Fonte: investireoggi.it - Alessandra De Angelis

https://www.investireoggi.it/fisco/il-lavoratore-con-raffreddore-deve-stare-a-casa-senza-visita-fiscale/

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