CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE: NUOVA RIVOLTA IN ATTO, FERITO UN AGENTE
Cinquanta detenuti hanno preso il controllo del reparto Danubio nell'istituto dove sono indagati complessivamente 57 poliziotti. Alcuni agenti si sono concentrati davanti all'ingresso. Salvini: "Nella notte disordini, superato ogni limite"
di IRENE DE ARCANGELIS E RAFFAELE SARDO
Un'altra rivolta dei detenuti in atto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), in questi giorni al centro di polemiche riguardanti una inchiesta su presunti pestaggi avvenuti nell'istituto di pena lo scorso 6 aprile. Indagati 57 agenti.
La rivolta è scoppiata nel reparto Danubio dove 50 detenuti hanno preso il controllo. Poliziotti penitenziari si sono concentrati davanti all'ingresso del carcere dopo che un collega è stato ferito e portato in ospedale con un'ambulanza del 118. Ieri, nell'infermeria dell'istituto sei agenti sono stati aggrediti da detenuti extracomunitari.
I disordini nella notte
Notte di tensione nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. Sei agenti della penitenziaria sono stati aggrediti da alcuni detenuti. Tre poliziotti sono stati portati in ospedale per accertamenti. All'esterno del penitenziario sammaritano c'è una manifestazione di agenti che protestano per quanto avvenuto nella struttura. Tre giorni fa la Procura ha notificato 44 decreti di perquisizione per un'inchiesta relativa a presunti pestaggi avvenuti nella struttura carceraria il 6 aprile. Gli agenti sono indagati anche per tortura.
Salvini: "Bonafede sveglia"
''Carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta): prima la rivolta in carcere, senza che un delinquente sia stato punito. Poi poliziotti indagati per ''tortura'', e stanotte altre violenze e altri poliziotti feriti. Basta, il limite è stato superato: ministro Bonafede, sveglia!'' ha detto in mattinata il leader della Lega, Matteo Salvini, che nel giorno della notifica dei provvedimenti ai poliziotti si è recato nel carcere.
Le reazioni
I sindacati chiedono tutele sul posto di lavoro per i poliziotti indagati, come "l'allontanamento dei detenuti più facinorosi, nonché la garanzia di adeguati posti di servizio non a contatto con la popolazione detenuta, a tutela dell'incolumità e della serenità del personale indagato".
In una lettera inviata, tra gli altri, al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e ai vertici del Dap, i segretari regionali Palmieri (Osapp), Gallo (Sinappe), De Benedictis (Uil. P.A.), Strino (PP FNS Cisl), Auricchio (Uspp) e Napoletano (Cnpp), chiedono anche "verifica urgente" sull'operato dei carabinieri relativa "alla procedura di notifica degli atti di polizia giudiziaria" che secondo i sindacati di polizia penitenziaria "è avvenuta nel mancato rispetto del diritto alla privacy e della riservatezza" determinando nocumento all'immagine dell'intero Corpo".
"Quanto accaduto nella giornata di giovedì resterà una pietra miliare del fallimento dello Stato sulla politiche sulla sicurezza, acclarato che viene perseguitato chi difende la legalità nelle carceri mettendolo alla pubblica gogna con conseguenti festeggiamenti nelle celle e non solo di chi delinque, ma purtroppo, come se non bastasse già questo, anche generando nuove aggressioni violente da parte di detenuti che si sentono impunibili e legittimati a comportamenti di rivalsa nei confronti degli agenti". Lo sottolinea, in una nota, Giuseppe Moretti, presidente dell'Uspp, che così commenta la notizia che tre colleghi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono stati gravemente feriti e finiti stamane in ospedale per essere stati presi a sgabellare da alcuni detenuti.
Moretti fa anche sapere che provvedimenti analoghi a quelli presi nel Casertano sono stati adottati anche in altre strutture penitenziarie - come a Pavia - sempre a seguito di indagini avviate a seguito di dichiarazioni "tutte da verificare" rilasciate da alcuni detenuti. "Era inevitabile che la delegittimazione cui vergognosamente sono stati esposti i colleghi di San Maria - prosegue Moretti - aprisse la strada a ritorsioni e che oggi quanto mai il personale abbia timore di prendere servizio in un clima reso rovente.
Per il Presidente Moretti "resta la fiducia nell'esito delle indagini che non potranno che giungere a stabilitate la correttezza delle operazioni svoltesi nel carcere casertano dove vale la pena ricordarlo per ben tre occasioni i detenuti misero in atto violente rivolte prima di un intervento di messa in sicurezza del carcere inevitabile".
Fonte: La Repubblica